Un nome alla Pizza Napoletana

Di tanto in tanto torna alla ribalta ciò che era, è e rimarrà napoletana: la Pizza. 
Sin dall’unificazione, nel processo di saccheggio economico, sociale e culturale del conquistato Stato delle Due Sicilie, certamente c’era anche la famosa e squisita Pizza Napoletana che, in un atteggiamento di squallido servilismo culturale, fu addirittura “immolata” ad una Margherita del Savoia oppressore, che mai si sognò né di mangiarla, né, tantomeno, di offrirle il suo nome.
Ora arriva una norma europea tendente a salvaguardare l’identificazione di questo capolavoro della tradizione culinaria napoletana. Una norma che prevede un nome identificatore inequivocabile: cerchiamo di dare tutti insieme un bel segnale, raccogliendo il messaggio che attraverso l’articolo allegato il compatriota Angelo Forgione ci lancia. 

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LA PIZZA NAPOLETANA STG CERCA NOME 

DIAMOLE ANCHE LA SUA VERA IDENTITÀ

di

Angelo Forgione


La “Pizza Napoletana STG” cerca nome. In base alle nuove disposizioni del regolamento comunitario dell’UE 509/2006 sarà obbligatoria una denominazione propria per distinguerla dalle altre pizze senza riconoscimento, cioè quelle “false”.
In poche parole, bisognerà aggiungere un altro termine all’attuale denominazione (esempio: “Pizza Napoletana Verace STG” o “Pizza Napoletana Tradizionale STG” ) e comunicarlo all’Unione Europea. 
Questo per ridurre al minimo il rischio che il consumatore possa essere tratto in inganno trovandosi davanti sia a una “Pizza Napoletana Stg”, che deve rispettare precise regole di produzione, che ad una pizza spacciata per napoletana ma che di napoletano ha solo il nome.
L’Associazione Napoletana Pizzaiuoli, rappresentata dal presidente Sergio Miccù, sta preparando un concorso di idee per fornire alcuni suggerimenti al Governo italiano e ha già iniziato a raccogliere suggerimenti. L’occasione è ghiotta per ridare identità al piatto principe della cucina partenopea e alla stessa storia di Napoli. Già, perché, come scrivo e dimostro nel mio libro Made in Naples (in uscita il 29 maggio), l’origine della pizza napoletana è racchiusa nel Settecento napoletano. La Marinara, infatti, nasce nel 1734 e la Margherita si definisce tra il 1796-1810, così come indicato nel Regolamento UE n. 97/2010 del 4 febbraio 2010, redatto dall’Associazione Verace Pizza Napoletana e dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani. La data del 1889 attribuita a Raffaele Esposito dell’attuale pizzeria Brandi riguarda non l’invenzione della Margherita, ma l’offerta alla regina Margherita di Savoia di una pizza che già esisteva da almeno ottant’anni, così come indicano alcuni trattati di cucina del Regno di Napoli, data in assaggio alla regina d’Italia per il colore dei suoi condimenti che ricordavano la bandiera tricolore.
Pertanto, per ripristinare la verità storica e restituirci identità, sarebbe cosa giusta e importante proporre al presidente Sergio Miccù di marchiare la vera pizza con una denominazione che riconduca al vero periodo storico in cui è stata creata, quello del Regno di Napoli e dell’illuminismo napoletano in cui la coltura del pomodoro e la produzione della mozzarella ebbero un rivoluzionario impulso. Sarebbe ora di dargli, ora che ce n’è la possibilità, nomi veramente identitari come: “Pizza del Regno di Napoli STG”, “Pizza del Re di Napoli STG”, oppure “Pizza Reale di Napoli STG”, o ancora “Pizza borbonica di Napoli STG”.
Inviterei quindi tutti i lettori di questo blog che condividono l’idea a inviare le proposte sopra elencate, o altre proprie, ai seguenti indirizzi:
info@pizzaiuolinapoletani.it  

segreteria@pizzaiuolinapoletani.it  

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