Il Principe Carlo di Borbone dichiara

Intervista di S.A.R. Carlo di Borbone 

rilasciata al Corriere del Mezzogiorno

pubblicata il 28 giugno 2016

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«Non ho mai rinunciato alla Corona»

Tour con la famiglia fra le bellezze artistiche partenopee. «È mio dovere promuovere l’immagine di Napoli e del Sud». E sui diritti dice: «Uguaglianza fra uomini e donne»

di Anna Paola Merone

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Con l’Atto di Roma, la Casa di Borbone delle Due Sicilie ha abbandonato il principio della legge Salica, che esclude le figlie femmine dall’ordine di successione, e ha adottato la regola delle primogenitura assoluta. Carlo di Borbone ha sottoscritto il documento sottolineando che la Real Casa deve andare in questo senso «se ambisce a poter pretendere di ritrovare la sua sovranità e di esercitarla nel rispetto del diritto e dei principi riconosciuti dalla comunità internazionale». E di fatto ha indicato sua figlia Maria Carolina come erede al trono.

La «rigorosa parità tra uomini e donne» non esiste in molti ambiti: finanche a Hollywood le attrici lamentano una disparità di trattamento rispetto ai colleghi. Lei ci ha sempre creduto?

«Io sono cresciuto in una famiglia in cui le donne hanno sempre rivestito un ruolo di primissimo piano. Due esempi per tutti: l’ultima regina delle Due Sicilie — la giovane, bella ed eroica Maria Sofia, la famosa “eroina di Gaeta” — e Maria Carolina, che seppe tener testa, come ha scritto Le Figaro qualche giorno fa, “ai rivoluzionari francesi e a Napoleone”. La questione della parità è ovviamente essenziale nella società contemporanea, ma prima di pensare alla “parità”, è fondamentale imporre l’uguaglianza tra uomo e donna. Ed è questo il senso della mia decisione. Il diritto europeo impone una rigorosa parità tra uomini e donne nell’esercizio delle funzioni pubbliche. E la responsabilità di un Capo di Casa Reale è quello di mantenere viva la tradizione, ma anche saper stare al passo con i tempi, rispettando il diritto internazionale. E proprio per sottolineare questo maggiore impegno e responsabilità data alle donne della mia famiglia, poche settimane fa ho deciso di nominare mia sorella Beatrice Gran Prefetto dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio, prima donna a ricoprire un ruolo di questo livello nel mondo degli Ordini Cavallereschi».

Le giovani principesse, che accompagnano lei e sua moglie in questi giorni napoletani, quali responsabilità hanno?

«Mia moglie ed io abbiamo da sempre cercato di educare le nostre figlie, Maria Carolina, duchessa di Calabria e di Palermo (erede al trono ndr), e Maria Chiara, duchessa di Capri, al rispetto del prossimo. Fin dalla più tenera età, abbiamo fatto in modo che ci seguissero nei nostri viaggi in tutto il mondo, dove sono entrate in contatto con persone di diverse estrazioni e culture. Questo le ha aiutate a capire l’importanza dello studio delle lingue per poter comunicare con tutti senza intermediazioni. Oggi parlano correntemente sei lingue — e auspico che imparino presto anche il napoletano — e hanno sviluppato un carattere che permette loro di parlare in pubblico senza timori o ansie. Entrambe ricoprono la carica di Children Ambassador del progetto Passion Sea, per la salvaguardia dei mari e delle specie a rischio di estinzione».

Come potrebbe la Real Casa di Borbone della Due Sicilie, come si indica nell’Atto di Roma, «ritrovare la sua sovranità ed esercitarla» ?

«La mia famiglia non ha mai rinunciato ai diritti sulla corona delle Due Sicilie. Da oltre venti anni, fin da quando seguivo mio padre Ferdinando e fin dalle prime delle tante manifestazioni di affetto verso di noi, vedo cose bellissime e cose meno belle. Napoli e il Sud sono dei luoghi carichi di ricordi, di spunti di riflessione e anche di amarezza per me e per la mia famiglia. Dal lontano 1994 ad oggi, noto un affetto crescente verso di noi e ne sono consapevole e fiero. Per me quell’affetto rappresenta un ulteriore motivo per continuare a lavorare anche con gesti simbolici di beneficenza o con borse di studio o ad essere sempre più presenti con la partecipazione ad eventi o appuntamenti tradizionali. In questa ottica abbiamo previsto borse di studio e abbiamo patrocinato una mostra didattica sui 300 anni di Carlo di Borbone, il re dei primati e dell’orgoglio, uno dei re più importanti della storia non solo italiana. La conoscenza della propria storia e del patrimonio di beni che ci ha lasciato, del resto, è fondamentale per ritrovare la propria identità e può essere determinante per favorire un vero sviluppo del Sud, uno sviluppo atteso da 150 anni».

Insomma il suo ruolo in questo articolato scenario qual è?

«Alla luce di tutte questa considerazioni, ritengo che oggi il mio dovere sia quello di promuovere l’immagine della città di Napoli e dei meravigliosi territori del Meridione d’Italia».

Sua moglie Camilla è, a sua volta, assorbita dalle attività dell’ordine Costantiniano.

«Mia moglie si dedica anima e corpo alla Real Casa e alle opere dell’Ordine Costantiniano, e mi sento davvero ringraziare tutti i Cavalieri e le Dame dell’Ordine per il loro impegno. Questo lato del carattere della principessa è meraviglioso, si prodiga costantemente per gli altri e lo fa con gioia. Nel mese di marzo ha supportato la campagna della “Un women for peace association’’, l’importante associazione delle Nazioni Unite che da anni guida la lotta contro la violenza sulle donne in tutto il mondo, anche attraverso manifestazioni simboliche come la marcia per la Pace, che si è svolta lo scorso 5 marzo a New York. Anche le mie figlie erano presenti all’evento e si sono mostrate fin da subito sensibili alla campagna, così come alle molte iniziative benefiche che svolgiamo attualmente ovunque nel mondo e in particolare nel Sud Italia».

Le sue figlie sono consapevoli delle molte sopraffazioni che colpiscono le donne ad ogni latitudine?

«Sì e hanno compreso che la mia decisione di porre definitivamente termine all’uso della legge salica, aprendo loro la successione dinastica, non è stato solo un segno tangibile dell’amore che provo per loro e mia moglie, ma anche per il bene della nostra stessa dinastia, mettendo così fine ad una ingiustizia perpetrata nei confronti delle donne nel corso dei secoli».

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