Il Risorgimento dalla parte dei vintiMartedì 6 dicembre, alle ore 17, prsso la Biblioteca Statale
L’approccio revisionista verte sull’assunto che la storiografia non consideri correttamente le ragioni dei vinti (mazziniani, repubblicani, borbonici e clericali), omettendo o falsificando più o meno fortemente gli accadimenti storici. I revisionisti tendono generalmente a valutare in chiave negativa rispetto alla storiografia più diffusa personaggi-chiave dell’unità nazionale italiana, quali Camillo Benso di Cavour, Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II di Savoia.
La maggior parte di essi, innestandosi nel dibattito sulle cause della cosiddetta questione meridionale, sostiene che il Risorgimento e la successiva unione in particolare del Regno delle Due Sicilie al nascente Regno d’Italia non abbiano risolto la complessa problematica socio-economica dell’area, o che l’abbiano aggravata, o addirittura causata, mediante un’azione di conquista seguita da un’opera di colonizzazione e di sfruttamento sistematico delle sue risorse.
Senza arrivare a questi punti e a disquisizioni un po’ estreme l’incontro di martedì 6 dicembre intende rivedere i passaggi che hanno portato all’Unità d’Italia in maniera più obiettiva, tenendo conto dei fatti e soprattutto delle ragioni di ognuno.
Relatore della serata sarà il prof. Leonardo Saviano, segretario della Real Casa di Borbone. Le iniziative della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie si propongono di far conoscere, nei suoi diversi aspetti storici, politici, religiosi e culturali, l’Augusta Dinastia che regnò sull’Italia Meridionale dal 1734 al 1861. La famiglia Borbone risale in realtà al VII secolo, ma fu soltanto nel XVIII secolo che il ramo di Napoli (Due Sicilie) cominciò un’esistenza autonoma, staccandosi dal ramo dei Borbone di Spagna e di Francia.
Il Capo della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie è attualmente Sua Altezza Reale il Principe Carlo Duca di Castro, unico legittimo erede dell’ultimo Re delle Due Sicilie, Francesco II, succeduto a Sua Altezza Reale il Principe Ferdinando.