Anche la Puglia è Neoborbonica
A colloquio con Prof. Vincenzo Gulì, Vicepresidente dell’Associazione Culturale Neoborbonica.
Manca poco al 2011, centocinquantenario dell’Unità d’Italia, evento che si appresta ad essere festeggiato tra non poche polemiche. Quello della disgregazione è sentimento squisitamente globale. Parlare di unità nazionale nello stesso momento in cui le due Coree sono sul piede di guerra, Valloni e Fiamminghi vivono come separati in casa e l’ex Jugoslavia si lecca le ferite di una sanguinosa polverizzazione, sembra avere del temerario. Nel 1847, in una nota inviata al Conte Dietrichstein, il Metternich scriveva che “l’Italia è un’espressione geografica”. A distanza di più di un secolo e mezzo molta più gente che nell’era risorgimentale è disposta a sottoscrivere la velenosa affermazione. Un popolo più diffuso nello stesso Belpaese che oltralpe. Con ogni probabilità i Leghisti …” – Infine, Professore, come si porta il vostro Movimento in Puglia? – “Splendidamente. Il piccolo sacrario eretto nel bosco di Vallata sotto Gioia del Colle in memoria del Sergente Romano che lì cadde è la dimostrazione più lampante del grande sentimento borbonico di Puglia”.rientrano in questa schiera. Chissà i loro nemici storici. Da molti anni l’Associazione Culturale Neobobonica si consacra ad una campagna di contro-informazione volta a depurare i libri di storia di quelle che vengono ritenute menzogne infamanti a carico dei Borbone e del Regno delle Due Sicilie. Abbiamo intervistato il vicepresidente dell’Associazione, prof. Vincenzo Gulì. – Professore, come guardano i Neoborbonici alle prossime celebrazioni, come ad una provocazione? – “Diciamo che si tratta di una grossa occasione per tornare a riflettere con maggiore limpidezza, onestà e senso critico su un frammento di storia ancora scottante”. – Che vuol dire essere borbonici oggi? – “Non certamente dei revanscisti. Abbiamo i piedi per terra anche noi e proprio per questo abbiamo assunto a nostro impegno la difesa del nome del Regno Delle Due Sicilie e dei suoi giorni che furono radiosi, checché ne pensi uno zoccolo duro e ottuso di intellettuali e storici”. – Crede che il tanto e da più parti invocato federalismo restituirebbe al Mezzogiorno parte del maltolto? – “Mah, il federalismo di cui si parla non si presenta favorevole al Sud. Si presenta invece favorevole agli interessi della Lega. Semmai avrebbe funzionato ed anche bene, ma a suo tempo, ovvero nei giorni del cosiddetto Risorgimento, una Confederazione Italiana…” – Forse mancò un regnante carismatico. Francesco II non aveva la grinta del padre… – “E’ vero però a precipitare le cose fu prima, e anche prima di Francesco II, una inopportuna politica di alleanze internazionali”. – Tornando ai giorni nostri, come spiega l’assenza qui da noi dell’equivalente di una Lega? – “Abbiamo uomini politici insensibili alla Storia, intellettuali proni alla difesa degli interessi del Nord, partiti e partitini a vocazione locale improduttivi e in antitesi fra loro… ” – Al presente in qualche parte del mondo sta accadendo quello che capitò al Regno di Francesco II? – “In qualche modo sì. Adesso mi vengono in mente gli USA che con la forza delle armi e non cercano di imporre ad altri popoli un’altra cultura e un altro stile di vita”. – Come rispondono i giovani alla vostra azione? – “Piuttosto bene, con entusiasmo. Le dico solo questo : All’Università di Napoli una lista di studenti ha pensato di chiamarsi Lista Borbonica