Il Sigaro Napoletano, tradizione da ritrovare
Iniziativa Fondazione il Giglio Progetto CompraSud
Anche il Movimento Neoborbonico aderisce all’iniziativa di Umberto Prota e della Fondazione Il Giglio per il Progetto Comprasud. Quello del “sigaro napoletano” fino ai primi decenni del ‘900 era uno dei marchi che associava il nome di Napoli ad una produzione di qualità. Il sigaro che piaceva a re Ferdinando II, raffigurato in un celebre ritratto proprio con un sigaro tra le mani, era prodotto nel Regno delle Due Sicilie dalla metà dell’ ‘800, utilizzando tabacco della varietà “Kentucky” coltivato in Campania, ed era chiamato “Fermentato forte” prima di assumere la denominazione “Napoletano” che Maria Carolina d’Asburgo Lorena, ed a Napoli aveva incontrato successo.
Di forma cilindrica come gli “Avana”, (cfr. Giuseppe Bozzini, Il signor sigaro, Mursia, Milano 1987) il “Napoletano” differiva leggermente dal “Toscano”.
Come altri marchi del Sud, il sigaro “Napoletano” non è stato tutelato e oggi si producono in Italia una trentina di varietà di sigari così denominati. In Italia la manifattura dei tabacchi era stata impiantata nel Granducato di Toscana per volere del Granduca Ferdinando III (1769-1824), che aveva sposato Luisa Maria Amalia di Borbone Napoli, figlia di Ferdinando IV e di “Toscano”, “Toscanello” e “Senese”, uno dei quali porta il nome di Garibaldi (!), il “Napoletano” è scomparso.
La proposta di recuperarlo è stata lanciata dall’imprenditore napoletano Umberto Prota, (titolare dell’antico negozio sartoriale “Arbiter”, Napoli, via Toledo 286) appassionato studioso di storia e tradizioni delle Due Sicilie. La Fondazione Il Giglio, nel quadro del Progetto CompraSud, che vuole unire produttori e consumatori sulla base della comune identità culturale, si associa alla proposta.
Attualmente i sigari Toscani sono prodotti dalle “Manifatture Sigaro Toscano”, antica azienda rilevata nel 2006 dal Gruppo Industriale Maccaferri, che possiede uno stabilimento a Cava de’ Tirreni (Salerno).
La ripresa della produzione del sigaro “Napoletano” avrebbe una ricaduta positiva in termini economici su territorio, agganciandosi al valore aggiunto del marchio, ma soprattutto, rilancerebbe in Italia e nel mondo un marchio che appartiene alla storia delle Due Sicilie. Ai consumatori meridionali, fumatori o non, chiediamo di sollecitare le “Manifatture Sigaro Toscano” (info@toscanoitalia.it) a riprendere la produzione del sigaro di re Ferdinando II.
(Lettera Napoletana 73/14).