Carditello, un altro pezzo va giù
I furti e i crolli non si fermano.
I furti e i crolli non si fermano.
Caduto il tetto
della casina di caccia del Real sito borbonico
della casina di caccia del Real sito borbonico
CASERTA – «Piove sul bagnato» battuta scontata ma, mai come in questo caso, appropriata. Perché il luogo dove le piogge degli ultimi giorni hanno provocato altri danni è la Reggia di Carditello, cenerentola fra le residenze borboniche di Terra di Lavoro. Nella notte di domenica 12 febbraio, infatti, il tetto dell’ala situata all’estremo margine sinistro della struttura è franato, certamente a causa delle piogge copiose che si stanno abbattendo sulla zona. Così è andato perso un altro pezzo della Casina di caccia.
LA STORIA DI CARDITELLO TRA FURTI E CROLLI – Un’ulteriore spallata, come nel caso di Pompei, ad uno dei monumenti più significativi della provincia di Caserta. Così muore lentamente, sotto gli occhi di tutti, fra l’incredulità generale, l’impotenza degli appassionati, l’incapacità delle istituzioni, e anche l’indifferenza dell’opinione pubblica, ormai assuefatta e rassegnata al degrado imperante, una delle testimonianze più significative della storia meridionale. Una vicenda, quella di Carditello, emblematica, il paradigma di un territorio che sembra avvitarsi su sé stesso, senza trovare la forza e il modo per risorgere. A niente sembrano servire, infatti, i tentativi posti in essere per salvarla: né le petizioni, né le manifestazioni, né la creazione di una Fondazione, proposta recentemente dal consigliere regionale Nicola Caputo, e neppure l’attività di sorveglianza promossa dall’Associazione Agenda 21, dallo stesso Consorzio di bonifica, proprietario del bene, e dal Comune di San Tammaro, sul cui tenimento la Reggia insiste, cha assicurano la vigilanza sul sito 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno. E anche i finanziamenti ultimamente recuperati dalla Soprintendenza ai beni architettonici di Caserta (250 mila euro per la messa in sicurezza di una delle quattro torri) sembrano un inutile sforzo nella devastazione generale.
IL PERICOLO «ASTA» – Mentre, fra un furto ed un crollo, la Reggia di Carditello rischia, come si sa, di essere venduta all’asta per i debiti pregressi del Consorzio di Bonifica (la prossima vendita all’incanto è fissata per il 15 marzo). Un pericolo che, invece, qualcuno comincia a guardare come unica possibilità di salvezza. «Che se la compri anche un privato, purchè la salvi da sicura distruzione» è stata l’ultima provocazione di Vittorio Sgarbi, recentemente intervenuto su Carditello.
Lidia Luberto
Corriere del Mezzoguiorno del 13 febbraio 2012
Corriere del Mezzoguiorno del 13 febbraio 2012