Con la caduta di Gaeta, assediata da terra e da mare dal Piemonte, finì il glorioso Regno delle Sue Sicilie ed il suo legittimo re fu costretto all’esilio, inaugurando la tragedia dell’emigrazione che di lì a qualche anno spopolò le contrade del Sud una volta ricche e feconde.
Nel 150 esimo anniversario della caduta di Gaeta e della dolorosa partenza di Francesco II per l’esilio di Roma, gli amici e compatrioti del “Collector Club Pontino” di Terracina (Latina) hanno chiesto alle Poste Italiane un “Dispaccio postale diretto in Vaticano” per il 22 ottobre 2011 con l’impiego di un annullo speciale.
Per ottenerne l’impronta, occorre presentare i propri invii al servizio temporaneo allestito il 22 ottobre, dalle ore 10 alle ore 17, presso l’Istituto Professionale di Stato servizi turistici, sito in Via Roma 125 a Terracina, o spedirli affinché arrivino entro il 21 ottobre. Essi vanno indirizzati a Poste italiane, servizio commerciale e filatelia, Luciano Gualtieri, piazzale dei Bonificatori 1, 04100 Latina.
La corrispondenza deve essere affrancata con almeno 60 centesimi ed indirizzata in Vaticano e riportare il recapito del mittente.
Nel 150 esimo anniversario della caduta di Gaeta e della dolorosa partenza di Francesco II per l’esilio di Roma, gli amici e compatrioti del “Collector Club Pontino” di Terracina (Latina) hanno chiesto alle Poste Italiane un “Dispaccio postale diretto in Vaticano” per il 22 ottobre 2011 con l’impiego di un annullo speciale.
Per ottenerne l’impronta, occorre presentare i propri invii al servizio temporaneo allestito il 22 ottobre, dalle ore 10 alle ore 17, presso l’Istituto Professionale di Stato servizi turistici, sito in Via Roma 125 a Terracina, o spedirli affinché arrivino entro il 21 ottobre. Essi vanno indirizzati a Poste italiane, servizio commerciale e filatelia, Luciano Gualtieri, piazzale dei Bonificatori 1, 04100 Latina.
La corrispondenza deve essere affrancata con almeno 60 centesimi ed indirizzata in Vaticano e riportare il recapito del mittente.
Cap. Alessandro Romano
14 febbraio 1861, Gaeta
Generali, uffiziali e soldati di Gaeta. La sorte della guerra ci separa.
Combattuto insieme cinque mesi per la indipendenza della patria, sfidando e sofferendo gli stessi pericoli e disagi, debbo in questo momento metter fine ai vostri eroici sacrifizii. La resistenza divenuta era impossibile.
Se il desio di soldato spingevami a difendere con voi l’ultimo baluardo della monarchia, sino a caderne sotto le mura crollanti, il dovere di re e l’amore di padre oggi mi comandano di risparmiare tanto generoso sangue, la cui effusione or non sarebbe che l’ultima manifestazione d’inutile eroismo.
Per voi, miei fidi compagni, pel vostro avvenire, per premiare la vostra lealtà e costanza e bravura, per voi rinunzio al bellico vanto di respingere gli ultimi assalti d’un nemico che questa piazza difesa da voi non avrebbe presa senza seminare di cadaveri il cammino.
Voi da dieci mesi combattete con impareggiabile coraggio. Il tradimento interno, l’assalto di rivoluzionarii stranieri, l’aggressione d’uno Stato che dicevasi amico, niente v’ha domato, nè stancato. Tra sofferenze d’ogni sorta, passando per campi di battaglia, affrontando tradimenti più terribili del ferro e del piombo, siete venuti a Capua e a Gaeta, segnando d’eroismo le rive del Volturno e le sponde del Garigliano, sfidando per tre mesi in queste mura gli sforzi d’un nemico padrone di tutta la potenza d’Italia.
Per voi è salvo l’onore dell’esercito delle Due Sicilie; per voi il vostro sovrano può tenere alto il capo, e nella terra dell’esiglio dove aspetterà la giustizia di Dio, il ricordo della vostra eroica lealtà gli sarà dolcissima consolazione nelle sventure. Sarà distribuita una medaglia speciale che ricordi l’assedio; e quando i miei cari soldati torneranno in seno delle loro famiglie, gli uomini d’onore s’inchineranno al loro passaggio, e le madri mostreranno a’ figliuoli come esempio i prodi difensori di Gaeta.
Generali, uffiziali, soldati, io vi ringrazio; a tutti stringo le mani con affetto e riconoscenza; non vi dico addio ma a rivederci. Conservatami intatta la lealtà, come eternamente vi serberà gratitudine e amore il vostro re
Francesco.
Combattuto insieme cinque mesi per la indipendenza della patria, sfidando e sofferendo gli stessi pericoli e disagi, debbo in questo momento metter fine ai vostri eroici sacrifizii. La resistenza divenuta era impossibile.
Se il desio di soldato spingevami a difendere con voi l’ultimo baluardo della monarchia, sino a caderne sotto le mura crollanti, il dovere di re e l’amore di padre oggi mi comandano di risparmiare tanto generoso sangue, la cui effusione or non sarebbe che l’ultima manifestazione d’inutile eroismo.
Per voi, miei fidi compagni, pel vostro avvenire, per premiare la vostra lealtà e costanza e bravura, per voi rinunzio al bellico vanto di respingere gli ultimi assalti d’un nemico che questa piazza difesa da voi non avrebbe presa senza seminare di cadaveri il cammino.
Voi da dieci mesi combattete con impareggiabile coraggio. Il tradimento interno, l’assalto di rivoluzionarii stranieri, l’aggressione d’uno Stato che dicevasi amico, niente v’ha domato, nè stancato. Tra sofferenze d’ogni sorta, passando per campi di battaglia, affrontando tradimenti più terribili del ferro e del piombo, siete venuti a Capua e a Gaeta, segnando d’eroismo le rive del Volturno e le sponde del Garigliano, sfidando per tre mesi in queste mura gli sforzi d’un nemico padrone di tutta la potenza d’Italia.
Per voi è salvo l’onore dell’esercito delle Due Sicilie; per voi il vostro sovrano può tenere alto il capo, e nella terra dell’esiglio dove aspetterà la giustizia di Dio, il ricordo della vostra eroica lealtà gli sarà dolcissima consolazione nelle sventure. Sarà distribuita una medaglia speciale che ricordi l’assedio; e quando i miei cari soldati torneranno in seno delle loro famiglie, gli uomini d’onore s’inchineranno al loro passaggio, e le madri mostreranno a’ figliuoli come esempio i prodi difensori di Gaeta.
Generali, uffiziali, soldati, io vi ringrazio; a tutti stringo le mani con affetto e riconoscenza; non vi dico addio ma a rivederci. Conservatami intatta la lealtà, come eternamente vi serberà gratitudine e amore il vostro re
Francesco.
S.M Francesco II di Borbone
La Regina Maria Sofia
La medaglia dell’Assedio consegnata agli Eroi
Il commiato del Re dai suoi soldati
La coppia reale verso l’imbarco per la partenza
La coppia reale accolta sulla nave militare francese “La Mouette” che li
condurrà ijn esilio nello Stato della Chiesa
Francesco II ed i suoi fedelissimi ospiti di Pio IX