A due mesi dal centenario della morte della Regina Maria Sofia:
Le Borboniche (Utet), il racconto delle Due Sicilie dal 1734 al 1861 attraverso le biografia delle 8 mogli dei 5 re Borbone.
LE GRANDI REGINE DELLE DUE SICILIE.
La prima fu Maria Amalia di Sassonia, figlia di Maria Giuseppa d’Austria e Augusto III di Polonia. Sposando Carlo di Borbone, conquistatore del trono di Napoli, Maria Amalia divenne regina a soli tredici anni, dopo una lunga trattativa. Non riuscendo a trovare una consorte in corti più potenti, nell’intricato gioco di alleanze e tornaconti che era la politica matrimoniale nei regni del Settecento, i Borbone di Spagna ripiegarono sulla monarchia di Polonia e su quella giovane ragazza dai capelli biondi e la pelle diafana, educata alla corte di Dresda, appassionata di Bach, pittura e danza. Nonostante le manovre squisitamente politiche che portarono alla loro unione, la coppia fu molto legata e Maria Amalia ebbe un’ascendente notevole sul marito. A partire da lei, saranno in tutto otto le donne che, accanto ai loro mariti-sovrani, segnarono i centoventisette anni del Regno delle Due Sicilie dal 1734 al 1861. Donne di varie e multiformi personalità, in una sequenza storica chiusa da Maria Sofia di Baviera, moglie di Francesco II di Borbone, l’ultima regina di Napoli di cui nel 2025 ricorre il centenario della morte. Capaci di influenzare le decisioni dei mariti, le consorti “borboniche” ebbero rilievo nelle trasformazioni del territorio e della società meridionale. Un ruolo troppo spesso trascurato. Con il consueto piglio e l’abituale precisione, Gigi Di Fiore racconta le vicende del Regno attraverso le psicologie, i sentimenti, le emozioni delle donne che ne furono protagoniste. Un punto di vista nuovo, in una prospettiva ricca e complessa: dall’Illuminismo alla Rivoluzione francese, attraverso la Restaurazione e l’Impero napoleonico, per arrivare infine alle passioni romantiche e ideologiche del Risorgimento italiano che avrebbe cancellato la monarchia borbonica, l’ultimo capitolo della luminosa storia del Sud Italia.
GIGI DI FIORE, storico, già redattore al “Giornale” di Montanelli, è inviato del “Mattino” di Napoli (Premio Saint-Vincent per il giornalismo nel 2001; Premio Pedio per la ricerca storica; Premio Melfi per la saggistica; Premio Guido Dorso per gli studi sul Mezzogiorno; Premio Marcello Torre per l’impegno civile). Nelle sue pubblicazioni si occupa prevalentemente di criminalità organizzata e di Risorgimento in relazione ai problemi del Mezzogiorno. Tra le sue ultime opere: La camorra e le sue storie. La criminalità organizzata a Napoli dalle origini alle paranze dei bimbi (2005, 2016), Controstoria dell’unità d’Italia. Fatti e misfatti del Risorgimento (2007, 2010), Gli ultimi giorni di Gaeta. L’assedio che condannò l’Italia all’unità (2010, 2015), La Nazione napoletana. Controstorie borboniche e identità suddista (2015), Briganti! Controstoria della guerra contadina nel Sud dei Gattopardi (2017), L’ultimo re di Napoli. L’esilio di Francesco II nell’Italia dei Savoia (2018), Napoletanità. Dai Borbone a Pino Daniele, viaggio nell’anima di un popolo (2019), Pandemia 1836. La guerra dei Borbone contro il colera (2020) e Storia del Napoli. Una squadra, una città, una fede (2021; nuova edizione 2023).