I gioielli dell'Ospedale degli Incurabili



Incurabili, i gioielli tornano nell’ospedale
più antico e bello del Reame

Tra i beni recuperati ci sono le «Carte Incurabiline», 
che erano conservate nell’Archivio di Stato.




NAPOLI – S’inverte la diaspora delle opere d’arte e del tesoro degli Incurabili. La dispersione che negli anni ha impoverito quello che è stato il nosocomio più importante d’Europa, un’eccellenza del regno borbonico, trova ora un movimento inverso. La spinta centrifuga diventa centripeta. E il tesoro ritorna pian piano nella struttura che domina la collina di Neapolis. 
Dopo la riapertura della storica farmacia, il restauro e la ricollocazione della tela di Bardellino sul soffitto della sala borbonica, sono tornati «a casa» gli antichi “gioielli” del patrimonio dell’“Ospedale del Reame”, ovvero il cinquecentesco complesso di Santa Maria del Popolo agli Incurabili. 

TANTI VISITATORI – La presentazione lunedì 30 con un bilancio dei primi nove mesi di attività dal Settore “Beni storico-artistici” dell’Asl Na 1 Centro, la struttura istituita e coordinata dal commissario straordinario dell’ente, il Commissario straordinario Maurizio Scoppa, con l’obiettivo di centralizzare tutti i beni di interesse culturale al fine di salvaguardarli, valorizzarli e, soprattutto, farli conoscere a napoletani e turisti. Uno sforzo, quest’ultimo, che è stato già premiato dalle migliaia di visitatori che ogni mese visitano il Museo, la Farmacia, la Cappella e gli orti medici del complesso monumentale che domina la collina dove fu edificata l’Acropoli di Neapolis. 

RISPOLI, GENIUS LOCI – A illustrare i dettagli delle nuove acquisizioni è stato lo stesso generale Scoppa e il direttore del Museo, Gennaro Rispoli, chirurgo e genius loci della Farmacia settecentesca e di tutto il complesso, alla cui passione si deve il rilancio di questo luogo un tempo abbandonato al degrado e ora combattuto grazie agli sforzi dell’Asl e con il contributo fondamentale della Regione Campania e dei numerosi volontari dell’associazione “Il faro di Ippocrate”. 

LE OPERE – Le opere che fanno ritorno a «casa» sono tutte di provenienza ospedaliera – pertinenti a varie sedi dell’Asl Na1 Centro – e coprono un periodo che va dal XVI al XVIII secolo, che coincide con lo splendore della rete assistenziale di Napoli capitale del Regno. Tra i beni recuperati ci sono le “Carte Incurabiline”, che erano conservate nell’Archivio di Stato di Napoli, e anche alcuni arredi della cosiddetta “Sala del Governatore” (tra cui delle antiche poltrone che erano da tempo al “Cardarelli”). E nelle bacheche blindate (e video-sorvegliate) saranno esposti gli splendidi “argenti degli Incurabili”, che testimoniano più di altre meraviglie quello straordinario connubio di medicina, carità, arte, scienza e religione che ha caratterizzato la storia della Santa Casa degli Incurabili, uno crogiuolo di luminari, scienziati, botanici, pittori, scultori, artigiani, architetti, santi e beati. 

CORRIERE DEL MEZZOGGIORNO.it –  Redazione online
31 luglio 2012
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