per affermare il dominio dell’anti-Stato
L’edificio storico offeso da un sacco continuo:
«Volontà di sfregio e di umiliazione simbolica»
21 marzo 2012
Il titolare del dicastero dei beni culturali ha svolto
un sopralluogo al real sito borbonico messo all’asta
CASERTA – Dopo l’enorme attenz
ione mediatica posta sulle condizioni di assoluto degrado in cui versa il real sito borbonico di Carditello, nel Casertano, il ministro dei beni culturali, Lorenzo Ornaghi, si è recato a visitare la piccola reggia, oggetto di una procedura di vendita all’asta presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere a causa dei debiti che l’ente proprietario del sito, il Consorzio di bonifica del Basso Volturno, ha accumulato nei confronti delle banche.
La rabbia e la tristezza ci sono. E il ministro dei Beni Culturali, Lorenzo Ornaghi, non le nasconde. Usa proprio questi termini per descrivere la storia della Reggia di Carditello, gioiello dell’architettura settecentesca oggi emblema del degrado. La «Reale Delizia», un tempo paradiso dei Borbone, oggi è soffocata da saccheggi, discariche, incuria. Ed è pure finita all’asta, per 15 milioni di euro. Ma «da oggi», dice lo stesso Ornaghi, «si vede il futuro di Carditello». Ornaghi, quella Reggia, costruita da Francesco Collecini, allievo di Vanvitelli, che un tempo era circondata da boschi, allevamenti e oggi da discariche, e dove è stato saccheggiato di tutto e anche di più, l’ha voluta vedere di persona. E quando è arrivato nella sede della Prefettura di Caserta ha esordito così: «Credo che nessun cittadino di questa terra, nessun cittadino italiano che veda le condizioni della Reggia possa non sentire il cuore gonfio di rabbia e di tristezza per il degrado che i decenni hanno provocato». La Reggia non «è di proprietà dello Stato», ha ricordato Ornaghi. E in effetti l’ente proprietario è il Consorzio di Bonifica del BassoVolturno, controllato dalla Regione Campania, che naviga in pessime acque e ha debiti verso l’ex banco di Napoli per 32 milioni di euro; soldi che dovrebbero arrivare appunto dalla vendita del sito. La vendita, appunto. Il prossimo 29 marzo, dopo la seduta dell’asta andata deserta lo scorso 15 marzo, c’è un altro appuntamento con una base che potrà essere ulteriormente ribassata, almeno di un quarto, rendendo di fatto il tutto più appetibile ai privati. È anche questo il timore di parecchi nella terra di Gomorra, appetibile per qualche boss. L’asta, Ornaghi non lascia margine, si farà. «Bisogna considerare il più realisticamente possibile la procedura – ha spiegato il ministro – le forme con cui togliere dal mercato questo bene culturale. Credo che sia estremamente difficile per la ristrettezza dei tempi, ma soprattutto per fattori che attengono al campo del diritto sospendere la prossima asta, perchè i creditori sono numerosi e ne occorrerebbe il consenso all’unanimità, vediamo cosa succede dopo il 29». Ma una cosa, Ornaghi, la precisa: «Il futuro non si vede dopo il 29, ma oggi». «Dopo il 29 di sicuro c’è l’impegno del Governo a fare in modo che la Reggia torni al suo antico splendore – ha aggiunto – e di farlo in collaborazione stretta con la Regione e gli enti locali». E se proprio dovesse arrivare un’offerta rischiosa, per la Reggia come per il territorio, il ministro rassicura: «Lo Stato ha uno strumento di difesa efficace che è la prelazione, se si dovesse verificare eserciterà questo diritto». C’è, poi, un altro punto, importante, che il futuro della Reggia incassa. Ed è in tavolo con gli Enti locali coordinato dalla Prefettura di Caserta che individuerà le misure di salvaguardia più utili per evitare che lo scempio dei furti continui. Soddisfatto si è detto il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, pronto, insieme agli altri Enti locali, a mettere a punto un piano per la valorizzazione. «Dobbiamo lavorare tutti insieme – ha detto – e dobbiamo fare di tutto». «Felicissimo» il sindaco di San Tammaro, Emiddio Cimmino, che per salvare la Reggia ha pure fatto lo sciopero della fame: «Si comincia a parlare di soluzione per Carditello». Già, si comincia. Ora, e lo ha detto anche Ornaghi, «ci vuole tanta determinazione, da parte di tutti per una situazione che richiede non dichiarazioni di soluzione, ma l’avvio di una concreta soluzione».
FONTE:
20 marzo 2012