FRATELLI D’ITALIA
“ Ma lo sono anche i napoletani che ‘puzzano’ ”?
Continuano le simpaticissime gag dei due popolari comici napoletani Edo e Gigi che, da qualche tempo, diffondono attraverso la loro rubrica “Il fattariello” una pungente critica su tutto quanto in qualche modo coinvolge la cultura, la politica e la dignità della nostra Gente.
Buona lettura.
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Il Fattariello
a cura di Edo e Gigi
(I Fatebenefratelli)
È di questi giorni la legge approvata dal Senato che, tra l’altro, all’art.2 prevede, oltre all’insegnamento obbligatorio dell’inno di Mameli “Fratelli d’Italia”, anche percorsi didattici su risorgimento, unità d’Italia, inno e bandiera.
Ma scusate, se la Costituzione sancisce la libertà di pensiero, perché ci debbono imporre un inno nel quale noi meridionali non ci riconosciamo? Non solo; questa specie di unità s’ha pigliato ‘a nuje tutte chello ca ce steve a piglià, mò ce vonno fa cantà pure Fratelli d’Italia? Insomma ce vonno fa curnute e mazziate. No… non ci stiamo per niente. E poi… e poi anche i nostri senatori, come quelli delle idi di marzo, anziché pugnalare Cesare, hanno pugnalato la nostra Storia; e ci riferiamo ai senatori dell’Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata e Sicilia, che hanno votato a favore! Ma nun se mettene scuorno?
A meno che, essendo senatori, forse nemmeno conoscono la storia del Nostro Grande Regno; forse pur magnificando l’inno di Mameli, non sanno che, nella 4^ strofa, il Mameli, riferendosi alla vittoria della repubblica di Firenze contro l’esercito imperiale di Carlo V, in effetti esalta l’istituzione repubblicana che combatte il governo monarchico; e infatti che facette Vittorio Emanuele II, memore di quei versi, dopo aver invaso il nostro regno? Mica istituì la Repubblica…manco p’’o cacchio! (per non dire altro), si autoproclamò Vittorio Emanuele II Re d’Italia, alla faccia di Mameli e della 4^ strofa.
E poi vorremmo sapere, come spiegheranno i docenti, l’inno agli alunni? Secondo la loro interpretazione? E come racconteranno il risorgimento e l’unità d’Italia? Spiegheranno agli alunni che si trattò di una pura e ignobile invasione del nostro regno? Diranno alle nuove generazioni che, per ordine del generale Cialdini, i paesi di Casalduni e Pontelandoflo vennero rasi al suolo dai bersaglieri piemontesi, dopo che questi ebbero trucidata tutta la popolazione e stuprato e violentate le donne? Spiegheranno agli alunni, dopo che questi, inconsapevolmente, avranno cantato “Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta eccetera…” che la maledetta triade piemontese mazzinicavourvittorioemanuele, ci spogliò di tutti i nostri beni, lasciandoci letteralmente in mutande e costringere, così, i nostri trisnonni a partire “pe’ terre assje luntane” per guadagnarsi quel pezzo di pane che na vota s’’o faticavene a casa lloro? Ma quanno maje!
Continueranno a cantare “fratelli d’Italia” quando gioca la nazionale, senza manco sapere il significato di quelle parole. Noi napoletani non possiamo sentirci fratelli ‘e nu strunzo ca dice ca nuje puzzamme! Nuje nun sapimme se l’Italia “s’è desta o no!” ma ‘na cosa è certa: che noi ci dobbiamo destare, cioè ce avimma scetà ‘na bbona vota e far valere le nostre ragioni (e regioni)!
Quindi aspettiamo il mercato di gennaio, ma non quello del Napoli per sapere De Laurentiis a chi s’accatta e chi se venne. No! Il mercato dei politici: Bersani contro Renzi, Grillo contro tutti, Vendola contro Bersani, Formisano contro Di Pietro, Casini contro…boh.. e chi ‘o ssape, Fini contro Berlusconi…. la Santanchè contro la Mussolini etceveze etceveze! Ih che ’nzalata.
A questo punto, mettiamo da parte politica e Mameli e, se permettete, sapete cosa facciamo? Ce cunzulamme cu Cavani! E anche a loro diciamo: Cavan… a fà… (il resto mettetecelo voi!).
Alla prossima.