Tra i primi obiettivi del nostro Movimento, vi era la realizzazione di un museo proprio in quei luoghi che videro la grande tragedia dell’emigrazione: la Stazione Marittima di Napoli.
Aspettando il museo
dell’emigrazione di Napoli
Il nuovo progetto di Riqualificazione del Porto di Napoli continua la sua “odissea”. Tra le tante iniziative di ristrutturazione, il restauro del Molo dell’Immacolatella Vecchia, luogo ideale per omaggiare i nostri emigranti.
Che Napoli si leghi indissolubilmente al fenomeno dell’emigrazione di massa è risaputo, anzi, Napoli, più di ogni altra città italiana, incarna il mito dell’Emigrante italiano. I suoi figli lasciarono per secoli la città alla volta di terre nuove, in cerca di fortuna. Le canzoni nostalgiche, il rimpianto mare di Santa Lucia e la voglia di cambiare vita, accompagnarono per generazioni le tante navi, a vela e a motore, dirette a New York o a Buenos Aires.
Da Napoli gli emigranti del Sud Italia poterono imbarcarsi sognando l’America ed è a Napoli che l’emigrazione italiana assunse proporzioni colossali, continuando ben oltre agli anni a cavallo tra il XIX e XX secolo, fino ai giorni nostri. Non a caso oggi la parola napoletano si accompagna spesso alla parola emigrante, come sottolineava Massimo Troisi nel suo celebre Ricomincio da tre. È qui, più che a Roma o a Milano, che un Museo dell’Emigrazione avrebbe veramente senso.
Per questo motivo, rientra nel progetto di Riqualificazione e Ammodernamento dell’area monumentale del Porto di Napoli, l’idea di trasformare il vecchio Molo dell’Immacolatella in un Museo dell’Emigrazione. Era giusto così, Napoli meritava il suo “monumento all’emigrazione di massa”. La scelta del vecchio molo, inoltre, non è casuale.
È da qui che molti emigranti partirono alla volta delle Americhe. Abbandonato da anni, l’edifico, costruito nel corso del Settecento, fu infatti uno degli approdi napoletani attivi prima del 1932, quando l’attuale Stazione Marittima monopolizzò l’attracco delle navi.
Non poteva essere altrimenti. L’idea era venuta già molti anni fa, ma è solo grazie ai finanziamenti europei per la ristrutturazione dell’area portuale di Napoli, che il progetto, è il caso di dirlo, andrà in porto. Al museo del Molo Immacolatella, forse il più sentito di Napoli, sarà possibile consultare, grazie alle moderne tecnologie, l’Archivio Emigranti Italiani nel Mondo, l’archivio del Centro Internazionale Studi Emigrazione Italiana (CISEI) e il registro degli arrivi di Ellis Island. E non solo. Il percorso di visita ripercorrerà la storia dell’emigrazione italiana e napoletana attraverso soprattutto immagini e suoni, che coinvolgeranno i visitatori.
Un progetto che si ispira in gran parte al Museo multimediale dell’Emigrazione Italiana di Roma, al Vittoriano, dove a pochi e scelti pezzi da collezione (tra cui bauli, valigie, foto, cartoline e manifesti pubblicitari dell’epoca) si affiancano video tratti dagli archivi Rai e canzoni della tradizione italiana, in maggioranza napoletane.
Questo a dimostrazione che Napoli è e resta il centro e il simbolo della storia dell’emigrazione italiana; il luogo più rappresentativo, con il suo vecchio molo, per ospitare un museo a ricordo dei nostri emigranti. La maggior parte dei quali, con occhi languidi, lasciarono per sempre l’amata patria Italia e ancor più a malincuore quel golfo la cui luna lasciava appena intravedere, per l’ultima volta, la loro perduta Napoli.
FONTE: ilmediano.it del 25 luglio 2012.