UN FARO DELL’IDEALE LEGITTIMISTA
UN UOMO CHE LA NOSTRA STORIA NON DIMENTICHERÀ MAI
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Spesso citiamo “Don Paolo” dando per scontato che sia conosciuto a tutti gli appartenenti alla nostra comunità identitaria.
Qualche anno fa era sicuramente così, ma adesso che i tempi stanno avendo un’accelerazione senza precedenti e molte nuove leve arrivano giornalmente tra le nostre file, sta svanendo anche il ricordo di certi illustri personaggi posti dalla Provvidenza lungo la via del nostro Ideale.
Uomini che con il loro esempio, il loro difficile lavoro di ricerca ed il loro rigore etico e morale, hanno marcato profondamente il nostro tempo dando un indispensabile ed insostituibile contributo al processo di revisione storica oggi in atto.
Per tutti noi che abbiamo avuto la gioia e l’onore di aver conosciuto queste persone uniche, è un dovere imprescindibile mantenere in vita il loro ricordo, ma soprattutto il loro pensiero politico e le loro indicazioni culturali che custodiamo con rispetto ed amore.
Ormai è qualche anno che Don Paolo ci ha lasciato, ma quella sua voce dai toni timidi, quelle sue attenzioni di padre affettuoso, quelle sue solenni benedizioni, quelle sue suadenti profezie, quei suoi tremendi moniti sono vivi più che mai.
E’ in nome del ricordo di Don Paolo, piccolo, ma grande sacerdote, rigoroso uomo di fede, che auguriamo a tutti i nostri attivisti di farsi forti delle benedizioni di questo autentico angelo di verità di cui il Signore, nella sua immensa misericordia, ci ha voluto far dono.
Cogliamo l’occasione per riproporvi una nota diramata anni fa dalla Rete ed un articolo pubblicato su una rivista locale che lasciano capire la profonda fede del Servo di Dio e lo spessore del legittimista del Re. Due caratteristiche che resero Don Paolo un personaggio mite, ma nello stesso tempo “ingombrante” e scomodo per le ideologie giacobine e massoniche che gli resero la vita difficile, ma che non riuscirono nemmeno a scalfire i suoi ideali ed i suoi propositi.
Cap. Alessandro Romano
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Articolo pubblicato nel 2004
DON PAOLO
DON PAOLO
A prima vista appare come un mite ed indifeso sacerdote di campagna ma sotto quella piccola tonaca si nasconde un grande servo di Dio, uno strenuo difensore della Patria ed un fedele uomo del Re. Le sue labbra quasi sussurrano le lodi del Signore e l’ammirazione per una Nazione Napoletana una volta felice, prospera, magnifica, unica, governata da una dinastia illuminata dalla fede Cattolica e dalla ragione, dono supremo di Dio per un popolo puro nell’animo e nei costumi.
Don Paolo Capobianco è l’enciclopedia vivente delle nostra storia: non vi è particolare o vicenda che lui non conosca o che non sia stato oggetto delle sue attente e laboriose ricerche. Ha scritto oltre 50 libri e continua imperterrito nella sua opera di studio e divulgazione della “verità”.
Quando racconta, vive in prima persona le vicende dolorose della tragedia del 1860, i suoi occhi si accendono, la sua mente vola via, da quel sacerdote minuto esce una voce da leone, l’uomo mite lascia il posto al Sodato Gaetano che, assediato da terra e da mare dalle orde massoniche savoiarde, maledette da Dio e dagli uomini, difende la Sua Patria, il suo Re ed il suo Dio.
Le credenziali di Don Paolo Capobianco sono incredibili: è Monsignore Protonotario Apostolico; Cavaliere di Gran Croce del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio; è “Cittadino illustre di Gaeta”; “Cittadino Onorario ed illustre di Ventotene”; è figlio dell’ultimo nato nel Libero e Cattolico Regno delle Due Sicilie. Don Paolo racconta con orgoglio che durante l’assedio suo nonno preferì restare a Gaeta, nell’antico palazzo della famiglia Oliva, sotto i bombardamenti ma al fianco del proprio Re, dove l’11 febbraio del 1861 nasceva Francesco Nicola Capobianco, ultimo suddito di un Regno sventurato.
Vive nella piccola Isola di Ventotene dove, rispettato, coccolato ed amato da tutti, consuma l’esilio dalla sua amatissima Gaeta in cui per anni è stato Parroco della chiesa di S. Giacomo . E’ reo di dire troppe verità, soprattutto storiche, e di non aver mai ceduto nella sua incrollabile fede nemmeno di fronte alle più diaboliche tentazioni umane.
Nutro per Lui un profondo e sincero affetto, egli rappresenta per me e per molti Borbonici come me la sintesi tra fede, convinzioni storico-politiche ed essere uomo, un esempio concreto e reale di sacerdote d’altri tempi che con coraggio, fermezza e profonda fede indica ai suoi figli la strada giusta.
A. R.
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Pubblicato da IL GOLFO di Agosto 2010