Roma, 7 feb. (Adnkronos Salute) – La nascita della pediatria in Italia si deve ai Borbone. A riconoscere il ruolo chiave di questa casa regnante nell’Italia preunitaria per lo sviluppo dell’assistenza all’infanzia, è un articolo pubblicato sulla rivista spagnola ‘Dendra Médica. Revista de Humanidades’, firmato dal pediatra Italo Farnetani, dell’Università di Milano-Bicocca. “I Borbone realizzarono importanti attività a favore dell’infanzia, con una priorità e una capacità di innovazione superiore agli altri governi italiani. Istituirono, infatti – racconta Farnetani all’Adnkronos Salute – la prima cattedra di pediatria del mondo nel 1802, e fondarono il primo ‘ospizio marino’, per la cura del rachitismo e della tubercolosi”.Inoltre “attuarono un modello di assistenza ai bambini abbandonati dislocato nei singoli comuni e furono fra i primi ad adottare la vaccinazione antivaiolosa e a istituire gli asili”. Il lavoro, tradotto da Alfonso Del Gado, ordinario di pediatria dell’Università di Madrid, “è una ricerca molto approfondita condotta nell’arco di quattro anni. Ebbene, il primo evento pediatrico del mondo è rappresentato dalla nomina di Gaetano Palloni (1776-1830) a professore di ‘malattia degli infanti’ a Firenze. Un evento che precede di 37 giorni l’inaugurazione dell’Hopital des Enfantes Malades a Parigi, ritenuto da sempre il primo atto della pediatria mondiale. Inoltre gli ospizi marini per la cura della tubercolosi e il rachitismo sono nati nel 1842 a Viareggio e da allora, fino all’introduzione degli antibiotici, sono stati la forma più efficace di trattamento della tubercolosi”. “Si tratta di eventi che hanno contribuito alla nascita e allo sviluppo della pediatria mondiale. Entrambi – aggiunge Farnetani – sono avvenuti come atto di governo specifico di due Borbone, padre e figlio, Ludovico di Borbone (1733-1803), re dell’Etruria e Carlo Ludovico di Borbone (1799-1833). È significativo inoltre che i regnanti avessero una discendenza diretta e stretta con i re di Spagna”. La storiografia post-unitaria, riflette il pediatra, “ha privilegiato l’esame degli aspetti legati al contributo dei Savoia e dei vari governi che si sono succeduti, anziché recuperare la storia dei singoli stati preunitari. Anche in questo settore storiografico si è potuto accertare che l’unità della pediatria precede l’unità nazionale – aggiunge – perché i vari stati preunitari avevano realizzato una rete di assistenza per i bambini che, confluita nello stato unitario, garantì l’assistenza pediatrica in tutto il territorio. Se poi analizziamo il contributo dei Borbone nei vari Stati che governarono, oltre il Regno delle Due Sicilie, il Ducato di Parma, il Regno d’Etruria e in seguito il Ducato di Lucca, si nota una stessa linearità di governo, pur trattandosi di rami diversi di una stessa dinastia”. L’analisi scientifica dell’attività di governo dei Borbone nell’Italia preunitaria “evidenzia un’attenzione all’infanzia e alle istituzioni pediatriche superiore a quella promossa dopo l’unità dai Savoia, che destinavano grandi risorse del bilancio statale alle spese militari – si legge nello studio – Inoltre si evidenzia una centralità del bambino, che privilegia la persona e il territorio, come si nota dalla presenza di un brefotrofio in ogni comune come avveniva nel Regno delle Due Sicilie”. La stessa attenzione alla persona in fase di sviluppo “la evidenzia anche la scelta effettuata al brefotrofio di Palermo di permettere al bambino di sfruttare le opportunità della propria persona, insegnando un mestiere ai maschi e fornendo una dote alle femmine, in modo da acquisire in entrambi i casi un’autonomia per poter essere indipendente e sfruttare le proprie possibilità. Nella stessa ottica – prosegue – c’è l’attività di Carlo Ludovico nel ducato di Lucca, quando promosse le cure marine per poter garantire le migliori condizioni di salute attraverso la talassoterapia, oppure quando Maria Luisa a Parma, attraverso la refezione, cioè l’alimentazione adeguata ai bambini poveri della città, garantiva migliori opportunità di salute”. Se gran parte delle iniziative promosse dai Borbone furono certamente innovative, “l’applicazione della talassoterapia e l’istituzione della cattedra di malattie degli infanti rappresentarono due priorità mondiali che nei decenni e nei secoli successivi – conclude Farnetani – hanno avuto una notevole espansione”.
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