Pino Aprile è indiscutibilmente lo scrittore di Sud più seguito a Sud, in Italia e all’estero. Qualcuno lo vorrebbe ministro per il Mezzogiorno nel prossimo governo italiano, qualche altro premier delle Due Sicilie, qualche altro ancora (pochi e sempre gli stessi) gli vorrebbe impedire di scrivere libri e/o articoli. In realtà Pino Aprile, come dimostra l’aperta ma inutile ostilità della terza fascia appena citata, è anche più importante di un eventuale premier o di un ministro: Pino Aprile è uno dei motori fondamentali (forse “il” motore) di una svolta che per il Sud è davvero epocale. Con i libri di Pino Aprile, da “Terroni” ai successivi testi dedicati ai temi del meridionalismo fino al nuovo “Terroni ‘ndernescional. E fecero terra bruciata”, è dilagante ormai una diffusione di consapevolezza, di rabbia e di orgoglio forse mai riscontrata prima tra i meridionali. E si tratta di un fenomeno davvero nuovo e con sviluppi che nessuno può prevedere e ben più importanti magari di un successo elettorale o di un incarico politico. In “Terroni ‘ndernescional” Aprile ritorna sui temi di “Terrroni” e sullo schema della colonizzazione del Nord dell’Italia ai danni del Sud in maniera davvero inoppugnabile e con un sorprendente confronto tra quello che avvenne (o avviene) tra il Piemonte e la Sardegna, tra la Germania Ovest e la Germania Est e tra i paesi del Nord dell’Europa e quelli mediterranei… “Così la Sardegna stava al resto del Regno Sardo come tutto il Sud al resto d’Italia” e così i meccanismi di “minorità” risultano applicati in maniera sconcertante anche nel resto dell’Europa e del mondo. E così la questione meridionale era già una “questione sarda” e la colonizzazione ad opera dei sabaudi fu prima sarda e poi meridionale. Così assistiamo da un secolo e mezzo al “gioco delle tre carte” delle statistiche nazionali con la Sardegna misteriosamente accorpata al Sud per non rovinare le medie sabaude: una verità chiarissima ma sistematicamente ignorata dalla storiografia ufficiale. Il tutto, però, raccontato con il consueto stile carico di ironia e, a tratti, di poesia, e con un rigore che renderà quanto mai difficoltoso il lavoro dei soliti noti di cui sopra e che spiega in maniera quanto mai efficace i meccanismi che regolano la subalternità del Sud di oggi. “Da un secolo e mezzo, con la scusa dell’Unità, una parte del Paese è tenuta in condizione subalterna, prima con il potere delle armi, poi con quello dell’economia e della politica al servizio di quella economia”. E come sarebbe possibile contraddire una tesi di questo tipo? Del resto sappiamo come lavorano i soliti noti, e i soliti opinionisti e/o accademici di turno più o meno famosi con le loro reazioni spesso rabbiose ma che potremmo definire quasi infantili: si attacca Pino Aprile o magari si attaccano i neoborbonici per le tesi esposte in questo e in altri libri senza mai badare al fatto che dovrebbero attaccare gli autori delle tesi esposte e che in molti casi, e sempre più frequentemente, si tratta ormai di loro autorevoli colleghi accademici. Altrettanto chiara e netta l’analisi delle colpe delle classi dirigenti meridionali complici di questo sistema, delle debolezze delle posizioni di una cultura “ufficiale” sempre più in crisi, della necessità di una identità culturale, dell’importanza di certe “nostalgie”, delle manie “etichettatorie” degli opinionisti di turno (“neoborbonici”, “sudisti”, “terronisti” le loro etichette più gettonate… per manifesta incapacità di affrontare i temi nel merito). In sintesi il nuovo “Terroni” è un nuovo manuale di sopravvivenza per meridionali veri con la soddisfazione oggettiva di trovare tra le 250 pagine del libro quello che pensiamo anche noi tutti i giorni magari di fronte ai soliti danni e alle solite beffe antimeridionali. In sintesi un “traduttore” per decifrare certi comportamenti e certe scelte dei politici anche di oggi. In sintesi uno “stradario” per capire quali percorsi affrontare e superare per salvare il Sud. Lo avevamo già scritto che con dieci Pino Aprile il Sud si sarebbe già salvato da tempo? E anche se fosse una ripetizione, lo confermiamo dopo aver letto “Terroni ‘ndernescional” condividendo in pieno la certezza di Pino: “I miracoli, a volte, non hanno l’aspetto dei miracoli”…
Gennaro De Crescenzo