La tarantella “”O guarracino” come possibile metafora di tumulti politici.
E’ difficile descrivere in breve la storia politica del Sud Italia tra ‘700 ed ‘800. Ad un forte sentimento di rivalsa anti-Savoia e di fedeltà ai Borboni (poi sfociato nel brigantaggio) va così affiancata la critica ed il contrasto verso le classi politici originarie.
In tale contesto magmatico si inserisce la Rivoluzione del 1799, che portò alla breve vita della Repubblica Napoletana, le cui idee liberali ed illuministiche furono spente dalla restaurazione del Regno e della monarchia.
Possibile quadro di tale momento di cambiamento ed instabilità è ‘O Guarracino. Questo (in italiano traducibile come Lo Guarracino) è il titolo di una tarantella, composta alla fine del 18° secolo e potenziale descrizione o presagio della rivoluzione. Politica a parte, ‘O Guarracino è un classico della canzone popolare napoletana, reinterpretato da voci come Massimo Ranieri e la Nuova Compagnia di Canto Popolare.
Di base, è la storia parla di amori e ripicche: una sardella lascia un allitterato (tonnetto) per mettersi col protagonista, il guarracino (coracino). Il precedente compagno non si rassegna e la sua rabbia scatena tumulti tra le due fazioni di pesci.
Il testo di ‘O Guarracino è ricco di potenziali rimandi politico-sociali e di spicchi della vita dell’epoca, come la descrizione dei capelli alla “Kaunitz” (“alla caunizza”) portati dal Ministro Maria Teresa d’Austria.
Ma più di tutto la tarantella è una spettacolare collezione dei prodotti ittici: oltre ai tre protagonisti vengono enumerati altri esemplari, palamete e raje petrose, sarache, dientece e d’achiate, scureme tunne e allitterate, pisce palummo e piscatrice, scuorfane cernie e alice. Un vero e proprio trattato informale di ittiologia: perchè Napoli ed il suo Golfo, aldilà di repubblicani o monarchici, è in primis terra (ed acqua) di pesca.
LEGGI il testo della canzone (da Wikipedia.it)
VIDEO de ‘O Guarracino di Massimo Ranieri (Youtube)
Matteo Clerici