Pubblichiamo le riflessioni di un nostro compatriota esperto in materia finanziaria che lasciano molto pensare su cause ed effetti di una crisi che nessuno riesce a comprendere fino in fondo. Tuttavia, nella “morale della favola”, emergono le profetiche parole di Zitara che, quale unica cura efficace, prescriveva un riazzeramento di banche e profitti per far ripartire il mondo. Insomma lasciare l’auto per il mulo che, nel caso, salverebbe anche il nostro sventurato Paese.
Cap. Alessandro Romano
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Un mulo salverà la Grecia?
“Vai ed accertati di persona”. Con questo spirito ho visitato la Grecia durante lo scorso mese di settembre, per cercare di rendermi conto, per “respirare l’aria di crisi” che da due anni avvolge quel paese, spiegata dai ripetitivi ed ossessivi “report” proposti da stampa e televisione di mezzo mondo.
Ormai è un classico. Per preannunciare situazioni di crisi politiche, economiche e finanziarie si fa riferimento alla Grecia – anche all’Argentina, in verità – ed alle relative, incresciose vicende nazionali. “Non vogliamo fare la fine della Grecia!”, “Siamo sull’orlo del default (fallimento), come in Grecia!”. Sono queste le frasi che da due anni si sentono ripetere ormai come una litania.
Probabilmente questo è un modo semplicistico e sbrigativo, quasi scaramantico, per non parlare con schiettezza della paura condivisa che l’Euro possa frantumarsi in mille pezzi e mandare all’aria la coraggiosa, lungimirante costruzione dell’Unione Europea. E questo avverrebbe non solo o non soltanto per colpa della Grecia che rappresenta una piccola parte dell’Unione Europea misurata in termini di popolazione, ricchezza annuale prodotta (PIL) e debito pubblico accumulato (circa il 4 per cento).
Secondo il ministro delle Finanze greco Evangelos Venizelos: “La Grecia sta affrontando la più grande crisi dai tempi della guerra civile. Il Paese si trova in una posizione estremamente difficile ed è costretto a varare drastiche misure di bilancio che richiedono altri sacrifici”.
Contro i piani di ristrutturazione del governo, autobus, metropolitane e treni si sono fermati a ripetizione negli ultimi mesi. Ma non solo: tutti gli uffici pubblici funzionano a singhiozzo aumentando i disagi per tutti i cittadini. Il piano sui trasporti del governo prevede il trasferimento ad altri impieghi pubblici di una parte del personale di questo settore e stipendi pesantemente decurtati per i prossimi 12 mesi.
Le misure adottate per far uscire la Grecia dalla crisi riguarderanno per un terzo le entrate e per due terzi i tagli delle spese. Tra gli ultimi provvedimenti vi è l’abbassamento del tetto minimo del reddito imponibile da 8.000 a 5.000 euro, l’equiparazione del prezzo del gasolio da riscaldamento con quello per i veicoli, la riduzione degli stipendi e delle pensioni – che si aggiunge al perentorio innalzamento dell’età di quiescenza – la messa in mobilità di 30.000 dipendenti del settore pubblico, su un totale di 727.000, con trattamento economico ridotto, l’abolizione di sussidi ed incentivi. Tutto questo in attesa della tranche di aiuto europeo pari a otto miliardi di euro ed in previsione di ulteriori aiuti per 109 miliardi di euro.
Vi è poco da commentare quando, passando davanti al porto turistico di Atene, un buon conoscitore delle cose della città indica maliziosamente: “Questo è il porto dei poveri!”. E lo sguardo va alle numerose, costose barche dei super-ricchi ellenici. In Grecia, lo si ammette apertamente, vi è scarsissima simpatia per il pagamento delle imposte da parte dei possessori di alti redditi e patrimoni. Alla fine, e questo vale anche per l’Italia, la somma delle furbizie individuali, coniugata con cattiva gestione politica ed amministrativa portano al collasso finanziario del paese.
L’indice azionario ASE della borsa di Atene ha registrato dall’inizio dell’anno un calo pari al 51%. Per il 2012 è prevista una riduzione del PIL (ricchezza prodotta nell’anno) pari al 5 per cento. Il debito pubblico della Grecia è stimato in 340 miliardi di euro. Ogni abitante della Grecia (in tutto sono 11.300.000) ha un carico di circa 30.000 euro di debito statale. Ogni italiano, invece, sopporta una porzione di debito pubblico pari a circa 32.000 euro (1.912 miliardi di euro suddivisi per 60 milioni di abitanti). La Grecia da questo punto di vista, al momento, è messa meglio dell’Italia. Il deficit annuale di bilancio in Grecia risulta, invece, molto più alto (circa il 9 per cento del PIL nel 2011) rispetto all’analogo parametro italiano che è previsto al 4 per cento. La negativa esperienza della Grecia va monitorata con attenzione per evitarne la replica amara nel nostro Paese.
Ce la farà la Grecia a superare il brutto momento?
Per dare una risposta al quesìto evito analisi e ragionamenti di tipo politico ed economico. Sono già in tanti (forse troppi) a cimentarsi sulla delicata questione. Preferisco affidarmi all’irrazionale, a sensazioni connesse ad una simpatica situazione vissuta a Santorini. In quell’isola il centro abitato è situato sull’alto e per arrivare a destinazione partendo dal porto vi sono tre possibilità: salire a piedi con una buona dose di sforzo e sudore, utilizzare l’ultramoderna teleferica oppure affidarsi al trasporto a dorso di mulo.
Il gruppo di amici di cui facevo parte, per evitare la coda all’ingresso della teleferica, ma soprattutto per l’originalità dell’opzione, ha scelto l’ausilio del mulo. Esperienza unica e piacevole in favore della quale molto ha giocato l’imprevista novità del “mezzo di trasporto”, con la sorpresa di un parco di oltre duecento muli a disposizione, tutti addestrati, collaborativi e pazienti. A dorso di quei muli siamo saliti insieme a tedeschi, francesi, spagnoli, russi, svizzeri, giapponesi, tutti entusiasti della scelta condivisa per la scalata della collina.
Durante il vissuto percorso in salita insieme ai numerosi turisti di diverse nazionalità ho avuto la netta sensazione che lo spirito collaborativo di quei muli, la loro accattivante pazienza e docilità giocavano psicologicamente a favore di un popolo orgoglioso e di una nazione pregna di storia millenaria a cui non può mancare la solidarietà dell’Europa per il superamento di difficoltà che, prima o poi, tutti potrebbero dover sperimentare (il recente declassamento del debito degli Stati Uniti, ed a seguire di quello italiano, insegnano).
Sàntolo Cannavale
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Un futuro abbastanza probabile